08, 15, 22, 29 giugno
Festival 2024
La Grande Opera Italiana Patrimonio dell'Umanità
Gala | Serata Evento
ScopriArena di Verona
di Giacomo Puccini
Spettacolo
Opera
Libretto
Giuseppe Adami, Renato Simoni
Musica
Giacomo Puccini
Durata
160' circa
Ami le fiabe e le leggende orientali? Allora ti innamorerai di Turandot, l’ultima opera di Giacomo Puccini e, al tempo stesso, il suo titolo più rappresentato in Arena.
Turandot, principessa della Cina
Altoum, imperatore della Cina e padre di Turandot
Timur, re tartaro spodestato, ormai vecchio e cieco
Il Principe Ignoto (Calaf), suo figlio
Liù, giovane schiava e guida di Timur
Ping, Gran Cancelliere
Pang, Gran Provveditore
Pong, Gran Cuciniere
Un Mandarino
Il Principe di Persia
Pu-Tin-Pao, il boia imperiale
Sulla scena: le guardie imperiali, i servi del boia, i ragazzi, i sacerdoti, i mandarini, i dignitari, gli otto sapienti, le ancelle di Turandot, i soldati, i portabandiera, i musici, le ombre dei morti e la folla.
Un mandarino ripete al popolo di Pechino l’editto della principessa Turandot: qualunque principe la voglia sposare, dovrà risolvere tre enigmi, ma, se fallirà (come l’ultimo pretendente, giunto dalla Persia), verrà decapitato. Mentre la folla è in attesa della nuova esecuzione, Calaf (principe esule in incognito) ritrova il padre cieco Timur, accompagnato dalla fedele schiava Liù. Quando però scorge Turandot, se ne innamora a prima vista e decide di tentare la sorte a sua volta. I tre ministri imperiali (Ping, Pang e Pong) tentano di dissuaderlo e Liù (che lo ama da sempre) lo supplica di non rischiare la vita. Ma ogni preghiera è inutile: dopo aver chiesto a Liù di prendersi cura dell’anziano Timur, Calaf suona il gong per sottoporsi alla prova fatale.
Dopo una riflessione di Ping, Pang e Pong sulle condizioni della Cina, si svolge la prova, alla presenza dell’Imperatore, padre di Turandot. La principessa prima afferma di voler mandare a morte tutti i pretendenti per vendicare la fine violenta di un’antenata e poi formula i tre enigmi. Calaf li risolve, ma Turandot si oppone alle nozze. Allora il principe la sfida a sua volta: “Indovina il mio nome prima dell’alba e potrai farmi giustiziare. Altrimenti mi sposerai.”
Mentre Pechino veglia per ordine di Turandot, Calaf aspetta l’alba, sicuro della propria vittoria. Ma i ministri catturano Timur e Liù, la quale si uccide pur di non tradire il segreto dell’uomo che ama. Il suicidio della giovane schiava sconvolge tutti e Calaf affronta Turandot, riuscendo a baciarla e a sciogliere il suo cuore di gelo. La principessa gli confessa di averlo amato sin dall’inizio e Calaf le rivela il proprio nome, lasciando che sia lei a decidere la sua sorte. Convocati il popolo e la corte, Turandot afferma che lo straniero si chiama Amore. Sorge il sole e tutti festeggiano la nuova coppia regale.
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«Nessun dorma» perché Turandot ritorna in Arena nel fiabesco allestimento ideato dal regista e scenografo Franco Zeffirelli e impreziosito dai costumi del Premio Oscar Emi Wada. Dall’8 al 29 giugno, la magnificenza della Città Proibita si schiuderà davanti ai vostri occhi in occasione delle quattro recite dedicate all’ultimo capolavoro di Giacomo Puccini: un’opera che, come le stelle, vi farà tremare «d’amore e di speranza».
Turandot
di Giacomo Puccini
Opera in tre atti e cinque quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
Coro di voci bianche A.d’A.Mus.
Direttore Elisabetta Zucca
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Direttore Allestimenti scenici Michele Olcese