Angelica e Susanna: piccole grandi donne protagoniste dell'inaugurazione 2022 al Filarmonico
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Teatro Filarmonico
Nel terzo concerto della Stagione Sinfonica 2022, il maestro Vittorio Bresciani e i complessi artistici areniani eseguono l’ultima e più sperimentale sinfonia di Schumann, la Quarta, e due brani monumentali del suo ideale successore Brahms: la tempestosa Ouverture tragica e l’intenso Canto del Destino.
Vittorio Bresciani è già salito più volte sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, impegnato sia alla tastiera del pianoforte sia sul podio per l’integrale di Franz Liszt e, più recentemente, proprio alla guida di un programma dedicato ad altri compositori ungheresi.
Per la Stagione Sinfonica 2022 sceglie un programma romantico che unisce due artisti le cui vite si sono indissolubilmente intrecciate a metà del XIX secolo: nel 1853 il già affermato compositore e direttore Robert Schumann lanciò la carriera del ventenne e allora sconosciuto Johannes Brahms, virtuoso del pianoforte e presto autore massimo del sinfonismo tardo-romantico.
Precedette di poco quello storico incontro la versione definitiva della Quarta sinfonia in re minore che Schumann concepì oltre un decennio prima come fantasia sinfonica: un esperimento abbastanza ardito volto a valicare i limiti della forma-sonata, collegando i quattro movimenti canonici senza soluzione di continuità e con un ritorno ciclico, nel corso dell’opera, dei temi presentati nel primo tempo.
Inconfondibile di Schumann il carattere romantico e inquieto delle melodie, che originano i temi dell’intera composizione alternando un solenne e mesto re minore al trionfale e festoso Re maggiore.
Re minore è anche la tonalità d’impianto della pagina brahmsiana che apre il concerto: l’Ouverture tragica fu scritta da Johannes Brahms ormai maturo ma non prolifico autore nel 1880 insieme alla “gemella” più gioiosa ed esteriore, l’Accademica, ed è più di ogni altra sua composizione sinfonica risente di influenze extra-musicali.
Extra musicale è dichiaratamente la fonte per il Canto del destino, uno dei brevi ma significativi pannelli che Brahms dedicò al dialogo di coro e orchestra nella sua fase di avvicinamento alla forma sinfonica, circa dieci anni prima della Tragica. Alcune strofe contenute nell’Iperione di Friedrich Hőlderlin furono la base per una riflessione tormentata sul destino dell’uomo e sull’amore (o l’indifferenza) delle entità divine e superiori.
Il 3° concerto sinfonico debutta venerdì 11 marzo alle 20.00 (turno A), con una durata di settantacinque minuti circa con intervallo, e replica anche sabato 12 marzo alle 17.00 (turno B).
Novità di biglietteria: sono disponibili nuovi mini-abbonamenti per la Stagione Lirica e la Stagione Sinfonica 2022, per offrire agli spettatori una scelta ancora più ampia e flessibile con opzioni di 3 o 5 titoli tra i programmi preferiti nell’offerta artistica della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
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