Angelica e Susanna: piccole grandi donne protagoniste dell'inaugurazione 2022 al Filarmonico
Leggi
Teatro Filarmonico
Furore drammatico e neoclassica compostezza convivono nell’imponente Requiem di Cherubini, pagina centrale del 5° concerto sinfonico-corale della Stagione Sinfonica 2022: Matteo Beltrami dirige l’Orchestra e il Coro preparato dal nuovo maestro Ulisse Trabacchin. Ad aprire il programma è la pagina intensa ed enigmatica, unica nel catalogo mozartiano, del maturo Adagio e fuga su modello di Bach.
Direttore già affermato in Italia e all’estero soprattutto in campo operistico, il maestro genovese Matteo Beltrami torna a Verona dopo un concerto sinfonico del 2010 comprendente anche la raffinata Voix humaine di Poulenc in forma semiscenica. Ritorna quindi nel segno del contrappunto col 5° concerto sinfonico 2022, il cui programma è già un richiamo ideale al tempo di Pasqua, con due pagine molto diverse per organico e concezione ma unite dalla tonalità dominante di do minore e dal comune volgersi ad un passato austero e sacrale, che conferisce ad entrambe uno spessore monumentale fuori dal tempo.
Il 5° concerto della Stagione Sinfonica 2022 debutta venerdì 8 aprile alle 20.00 (turno A), con una durata di un’ora circa (non è previsto intervallo), e replica anche sabato 9 aprile alle 17.00 (turno B).
Negli ultimi anni di vita a Vienna, Mozart frequentò con assiduità i circoli massonici e la biblioteca erudita del Barone Van Swieten, occasioni per riscoprire il dettato contrappuntistico delle opere di Bach e Händel. In quel contesto, ma non solo, la Fuga era ed è considerata la forma musicale che più compiutamente combina rigore matematico, armonia universale, slancio artistico.
Nel genere Mozart si cimentò relativamente poco, lasciando diversi abbozzi incompiuti fino alla Fuga in do minore del 1783, brano a sé stante per due pianoforti catalogato come KV 426. Il progetto non si arenò: il genio salisburghese ebbe occasione di riprenderlo cinque anni dopo; Mozart trascrisse la Fuga in do minore per quartetto d’archi (spesso adattata anche per orchestra, come in questo concerto) e vi antepose un originale Preludio in tempo Adagio, di intenso slancio drammatico quasi spigoloso, rigorosamente fedele alla forma classica ma con uno sguardo già rivolto alle tempeste romantiche.
Il severo do minore è la tonalità d’impianto del primo dei due Requiem composti da Luigi Cherubini, autore cardine dell’età post-rivoluzionaria, che conquistò Parigi con l’opera e l’Italia con le sue creazioni sinfoniche, cameristiche e liturgiche.
Unendo le masse artistiche areniane viene presentata al pubblico la Messa da Requiem in do minore per coro e orchestra, scritta nel 1815 su commissione della monarchia francese. La Messa, della durata di 45 minuti circa, riscosse molta ammirazione nei colleghi più illustri: se per Beethoven rappresentava la commemorazione ideale, per Berlioz costituiva il capolavoro di Cherubini.
Di certo si tratta di un’opera di ampie proporzioni che rifugge il facile effetto di matrice teatrale: l’utilizzo spesso omoritmico del coro, l’assenza di solisti, l’alternanza continua fra orchestra e voci nell’esposizione della melodia con un insolito rilievo dato al canto degli strumenti, il contrappunto rigoroso, sono tutte caratteristiche che collocano l’opera nel solco di una tradizione classicheggiante volta agli esempi solenni di Palestrina. Il furore del giorno del giudizio (Dies irae), il richiamo al passato dell’Offertorium, la gloria celeste del Sanctus sono affidate a calibrati effetti madrigalistici o a fugati.
Ma la cifra dominante con cui si apre e chiude questo Requiem è una contemplazione solenne, una preghiera intima di autentica commemorazione nonostante l’ampiezza di mezzi dispiegati: così sono il Kyrie iniziale, il melodico Pie Jesu e soprattutto il sommesso mormorio dell’Agnus Dei finale, che avrebbe ispirato molti compositori futuri (non ultimo Giuseppe Verdi, massimo operista, nel suo capolavoro sacro: la Messa da Requiem del 1874).
Novità di biglietteria: sono disponibili nuovi mini-abbonamenti per la Stagione Lirica e la Stagione Sinfonica 2022, per offrire agli spettatori una scelta ancora più ampia e flessibile con opzioni di 3 o 5 titoli tra i programmi preferiti nell’offerta artistica della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
Per legge, l’accesso agli spettacoli è consentito esclusivamente agli spettatori muniti di certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione o guarigione, “Green Pass rafforzato”. Inoltre è confermato l’obbligo di mascherina modello FFP2. Ulteriori informazioni alla pagina dedicata.
Leggi
Leggi
Leggi
Leggi
Leggi